Venerdi, 26 aprile 2024 - ORE:21:05

Alfa Romeo Spider “Duetto”: 46 anni d’amore

Alfa Romeo Spider

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Ci sono automobili che non nascono per essere dei semplici mezzi di locomozione, ma per entrare di diritto nel novero dei miti, perché capaci di far sognare e di far innamorare chi le ammira. Sono oggetti di culto e sono ciò che più attira i collezionisti di auto storiche; l’Alfa Romeo Spider “Duetto” è da considerarsi sicuramente una delle appartenenti a questa magica stirpe.

Le Origini

Alfa Romeo Spider

Le Origini – La prima volta che si poté ammirare la prima versione della convertibile di casa Alfa, fu in occasione del salone di Ginevra del 1966 in cui fu presentata la 1600 spider, denominata poi “duetto” a seguito di un concorso che coinvolse la popolazione italiana, invitando gli interessati a proporre un nome per la nuova “scoperta” della fabbrica di Arese; il vincitore fu il bresciano Guidobaldo Trionfi, che si aggiudicò come premio proprio un’Alfa Duetto.

Questa denominazione durò soltanto per un anno a causa di un conflitto con la Sammontana, causa produttrice di gelati che stava commercializzando un prodotto chiamato proprio “duetto”.

Caratteristiche Tecniche – Il design fu affidato alla matita di un maestro come Pininfarina, che realizzò una vettura dal frontale e dalla coda arrotondati ( da qui il soprannome Alfa Spider Duetto “osso di seppia”) e dalla fiancate convesse. Per quanto riguarda la meccanica la spider nacque da una piattaforma della Giulia, accorciata però di 2,250 mm. Le prestazioni per la 1.600 erano notevoli per l’epoca, sprigionando 110 cv, raggiungeva come velocità massima i 182 km/h.

 

Alfa Romeo Spider

Evoluzioni

Evoluzioni – Nel 1969 al salone di Torino viene presentato quello che oggi giorno potremmo chiamare restyling, introducendo il taglio della coda, e la denominazione “coda tronca”, e scompaiono le calotte copri faro in perspex. Arrivano anche nuove motorizzazioni come il 1750, e il 2000 capace di superare il 200km/h.

 

 

Rivoluzione nel Design

Nel 1983 avviene però una sorta di rivoluzione nel design di questa decappottabile, infatti vengono adottati paraurti avvolgenti, la coda tronca è ancora più accentuata a casa dell’introduzione di uno spoiler in materiale sintetico che avvolge il bordo superiore; quest’ultima fu una soluzione estetica che fece storcere il naso ai puristi della Spider, e insieme a questa non piacquero nemmeno le minigonne applicate sui modelli usciti dalle fabbriche Alfa Romeo a partire dal 1986.

 

Alfa Romeo SpiderPininfarina

Nuova linfa fu data dal modello presentato agli albori degli anni ’90, Pininfarina torna quindi alle origini eliminando le appendici che avevano caratterizzato le versioni anni ’80 (specialmente lo spoiler posteriore). La linea risulta quindi più snella e accattivante, anche grazie ai paraurti in tinta unita, ai coprilongheroni che andarono a sostituire le minigonne, e ai gruppi ottici posteriori che furono ridisegnati. Questa ultima versione motorizzata con 1.600 carburatori, simile a quello originale, e da un 2.000 a iniezione catalizzata rimase in commercio fino al 1994.

 

Alfa Romeo SpiderAlfa Romeo Spider

Le Alfa Romeo Spider post 1994 – L’Alfa Romeo mandò in pensione il progetto spider “duetto” proprio nel 1994, dopo 28 anni di carriera e 124.000 unità vendute, ma il nome è stato trapiantato in altre versioni, come la versione convertibile della GTV, incapace di ripercorrere il successo della sua “antenata”, nonostante un look aggressivo e accattivante e alle sue ottime prestazioni, uscendo di scena nel 2006.

In questa data esce appunto la versione scoperta della nuova coupè milanese, la Brera, caratterizzata da un look strabiliante capace di fare subito breccia nel cuore del grande pubblico, vincendo il titolo di “cabrio of the year 2006”, ma lo scetticismo che ha condizionato poi le vendite di questo bellissimo prodotto italico, fu dovuto soprattutto a prestazioni non eccellenti nello scatto a causa di un eccessivo peso, che non gli hanno concesso di sbaragliare una concorrenza agguerrita come quella delle tedesche Mercedes Slk, o Bmw Z4.

Oggi quest’auto rappresenta il glamour più vintage, è l’auto icona per ogni innamorato con la sua concezione due posti, ed è a tutti gli effetti una star del cinema grazie alla sua presenza nel film del 1967 con Dustin Hoffman “il Laureato” che l’ha consacrata nell’Olimpo delle auto immortali.



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